Erich Ettlin Il Centro, Consigliere agli Stati (OW)

«Il modello di successo svizzero si basa sul suo successo economico e sui diritti garantiti dalla Costituzione. I divieti di pubblicità costituiscono un intervento sproporzionato nel diritto economico e mettono a repentaglio il nostro benessere».

 

Esther Friedli, UDC, consigliera agli Stati (SG)

«Grazie alla pubblicità, i consumatori si fanno un’idea completa dei prodotti e decidono liberamente cosa acquistare e cosa no. I divieti di pubblicità sono interventi massicci sul mercato che portano alla discriminazione dei prodotti.»

 

Philipp Kutter, Il Centro, consigliere nazionale (ZH)

«La pubblicità esterna nelle città è soggetta a norme severe ed è già oggi limitata. È un segno di urbanità e fa parte del paesaggio urbano. Limitarla in modo così massiccio, come intende fare il Consiglio comunale di Zurigo, svaluta l’immagine della città».

 

Nicolò Paganini, Il Centro, consigliere nazionale (SG)

«Il settore della pubblicità e della comunicazione è un motore economico e occupazionale per la Svizzera. I divieti di pubblicità per prodotti autorizzati danneggiano la nostra economia, mettendo a rischio posti di lavoro altamente qualificati e limitando la libertà economica».

 

Gregor Rutz, UDC, consigliere nazionale (ZH)

«I divieti di pubblicità sono sempre sinonimo di paternalismo. Quando vengono emanati, significano in ultima analisi che il consumatore non viene preso sul serio, che non ci si fida della sua capacità di decidere. Per me è una contraddizione, perché in una democrazia i cittadini adulti prendono le proprie decisioni. La libertà di scelta deve valere anche per i consumi».

 

Peter Schilliger, PLR, consigliere nazionale (LU)

«La Svizzera è campione mondiale dell’innovazione. Grazie a una politica pubblicitaria liberale, molti prodotti innovativi sono diventati famosi nel nostro Paese e in tutto il mondo. Limitare la libertà di pubblicità significherebbe indebolire la capacità innovativa della Svizzera.»

 

Natasja Sommer-Feldbrugge, Direttrice Affari pubblici, Comunicazione e Sostenibilità, Membro del Consiglio di amministrazione svizzero di Coca-Cola Svizzera

«Lanciamo continuamente nuovi prodotti a ridotto contenuto di zucchero. Vogliamo poter pubblicizzare queste innovazioni per farle conoscere ai consumatori. L’autoregolamentazione, che applichiamo da tempo, è più efficace di una restrizione totale della pubblicità».

 

Christoph Marty, CEO Goldbach Group AG

«Le leggi e le normative attuali in materia di pubblicità esterna in Svizzera sono già molto estese. Ulteriori divieti danneggiano la libertà economica e privano le autorità pubbliche di entrate importanti. I centri cittadini invitano a soffermarsi e a fare acquisti. Se tutti gli acquisti vengono effettuati online perché i negozi in città non possono più fare pubblicità, la città perde attrattiva e diventa anche più insicura».

 

Martin Radelfinger, presidente IAB Switzerland Association

«In qualità di rappresentante del settore del marketing e della pubblicità digitale, IAB si impegna a garantire condizioni ottimali per il cofinanziamento dei contenuti giornalistici attraverso la pubblicità. Invece di vietare la pubblicità in modo generalizzato, occorre riconoscere le possibilità tecniche offerte dalla pubblicità digitale per controllare in modo mirato e proteggere i gruppi vulnerabili.»

 

Stefan Wabel COO, membro della direzione CH Regionalmedien AG

«La pubblicità contribuisce in modo importante al finanziamento del panorama mediatico svizzero e rafforza la pluralità dei media e il giornalismo in Svizzera. È quindi importante che non vi siano divieti pubblicitari inutili.»

 

Siri Fischer, amministratrice delegata IGEM

«I social media, i motori di ricerca e simili generano introiti pubblicitari pari a circa due miliardi di franchi, che non vanno a beneficio dei media svizzeri. I divieti di pubblicità sono controproducenti, perché penalizzano soprattutto gli operatori svizzeri e mettono a rischio la diversità del panorama mediatico svizzero.»

 

Kris Vietze, PLR, consigliera nazionale (TG)

«Se la pubblicità esterna viene vietata, la pubblicità si sposta su piattaforme straniere. Ciò non solo comporta una perdita di gettito fiscale e di posti di lavoro, ma anche il rischio che le norme svizzere in materia di pubblicità, rigorosamente regolamentate, vengano aggirate.»