La pubblicità è un “elemento costitutivo di una concorrenza funzionante”, ha detto il consigliere federale Guy Parmelin alla nostra assemblea generale di Berna. Ringraziamo il Ministro dell’Economia svizzero per la sua dichiarazione e ci ispiriamo ad essa nel nostro lavoro associativo. Senza pubblicità non c’è economia che funzioni. E certamente nemmeno esiste concorrenza. Ma piuttosto mancata trasparenza e un volo alla cieca per aziende, consumatori e consumatrici. Siamo d’accordo, ciò non è un’opzione per il nostro Paese.
Tuttavia, anche vietandola la pubblicità rimane presente. Ma chi fa la pubblicità? Il consigliere nazionale Gregor Rutz, presidente del gruppo parlamentare “Mercato e pubblicità”, in occasione della nostra assemblea generale ha messo in guardia da un’inversione delle regole. Con restrizioni e divieti sulla pubblicità, alcuni politici cercano prima di tutto di distruggere gli strumenti ben funzionanti dell’economia, privando così i consumatori della possibilità di ottenere informazioni ideali. Per poi fare pubblicità per le proprie imaginazioni e le proprie posizioni restrittive. Noi di KS/CS Comunicazione Svizzera lottiamo ogni giorno contro un simile sviluppo.
Infatti, ciò è urgentemente necessario. L’ultimo esempio è la discussione sul divieto di pubblicità per gli alimenti in Germania. Nella sua nuova proposta di legge, il ministro federale Cem Özdemir vuole vietare anche la pubblicità alimentare rivolta ai bambini, dato che il 15% dei bambini è in sovrappeso (fonte: Robert Koch Institute). Tuttavia, gli studi dimostrano che non esiste un legame chiaramente dimostrabile tra pubblicità e obesità. Se venissero introdotti tali divieti con limiti ufficialmente stabiliti, tutti coloro che lavorano nell’industria pubblicitaria ne risentirebbero: i produttori, gli inserzionisti, le agenzie e i media che vivono di introiti del mondo pubblicitario. Discussioni simili a quelle tedesche sono in corso anche in Svizzera. Esse dimostrano che le minacce di divieto della pubblicità non sono più semplici giochi politici, ma possono danneggiare rapidamente la sostanza fondamentale della nostra economia nazionale. Nel nostro gruppo di lavoro “Alimentazione” ci stiamo occupando intensamente di questo tema.
Siamo rimasti sorpresi dal Consiglio federale, che nella sua proposta di attuazione dell’iniziativa “Sì alla protezione dei bambini e degli adolescenti dalla pubblicità del tabacco” senza mandato va ben oltre il testo dell’iniziativa e il testo della legge sui prodotti del tabacco (LPTab). Nella sua proposta, il Consiglio federale non solo ignora le critiche sollevate nella consultazione, ma anche il testo dell’iniziativa, che è stato accettato dal popolo, e la legge sui prodotti del tabacco, che il Parlamento ha adottato solo nell’autunno del 2021 dopo lunghe deliberazioni e numerosi compromessi. Con la sua proposta, il Consiglio federale sta attuando la propria agenda, che sembra essere più in linea con i requisiti dell’OMS che con l’ordinamento giuridico svizzero. Questo approccio deve essere decisamente respinto e contrastato.
Infine, il rapporto del Sorvegliante dei prezzi sulla pubblicità online in Svizzera ha attirato la nostra attenzione. Nell’ambito di un’osservazione del mercato, egli ha esaminato i cambiamenti nel mercato pubblicitario e ha rilevato che “la potente posizione di mercato di Google solleva interrogativi dal punto di vista della concorrenza”. È sorprendente che questo rapporto abbia ricevuto finora poca attenzione. In ogni caso, lo terremo d’occhio.
In particolare, anche noi di KS/CS ci siamo occupati di questi temi:
– Dopo il rifiuto dell’iniziativa parlamentare 22.436 da parte del Consiglio nazionale in primavera, abbiamo lavorato su questi temi. Dopo che in primavera avevamo già ottenuto un successo per la pubblicità delle automobili, respingendo l’iniziativa parlamentare 22.436 della Consigliera nazionale Isabelle Pasquier-Eichenberger, nella sessione estiva appena conclusa abbiamo ottenuto che la pubblicità per i prodotti stagionali possa essere concepita in modo più flessibile (mozione 21.4161).
– Anche due postulati della città di Zurigo sono al centro della nostra attenzione: uno vuole vietare l’espansione degli spazi pubblicitari e l’altro vuole chiudere completamente gli spazi pubblicitari digitali sulla proprietà pubblica. Il Parlamento della città ha accettato entrambe le proposte e le ha sottoposte al Consiglio comunale.
Tutti questi temi continueranno a occuparci nei prossimi mesi. Presteremo poi particolare attenzione all’area “intelligenza artificiale e regolamentazione della pubblicità”. Abbiamo già istituito un gruppo di lavoro su questo tema.
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