Dalle origini nei "Roaring Twenties" allo standard negli anni '40

Nell’anno della fondazione di Comunicazione Svizzera nel 1925, l’industria pubblicitaria svizzera era in una fase di crescita dinamica, fortemente influenzata dal boom economico dei “ruggenti anni 20”. KS/CS Comunicazione Svizzera fu fondata allora con il nome di Associazione Svizzera della Pubblicità (ASP) per rafforzare la credibilità della pubblicità e creare standard di qualità uniformi. Questi standard aiutarono la giovane industria a superare gli anni difficili della guerra, in cui i valori patriottici giocavano un ruolo importante.

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Dopo la Prima Guerra Mondiale, l’economia svizzera visse una significativa ripresa. Le aziende cercavano di rafforzare la loro identità di marca. Gli anni ’20 furono un periodo fiorente per la grafica svizzera, in particolare nella pubblicità turistica. I manifesti culturali e turistici in stile Art Deco, con linee chiare, eleganti e forme simmetriche, presentavano l’unicità della Svizzera e rafforzavano la reputazione del paese come destinazione esclusiva. Questi manifesti posero le basi per il famoso “Swiss Style”, che nei decenni successivi ottenne riconoscimento mondiale e rappresentava qualità e precisione. Tuttavia, la pubblicità non era priva di controversie. Le veniva attribuito un potere assoluto e la manipolazione sleale dei consumatori. Questo portò alla necessità per l’industria di introdurre standard autoimposti. Nel 1925, a questo scopo, fu fondata l’Associazione Svizzera della Pubblicità.

La radio come nuovo mezzo

Negli stessi anni, la radio guadagnava importanza come nuovo mezzo di massa. Nel 1922 fu fondata la prima stazione radiofonica in Svizzera e a metà degli anni ’20 l’industria pubblicitaria riconobbe il potenziale di questo mezzo. Fino ad allora dominava la pubblicità stampata. La radio permetteva un contatto diretto ed emotivo con gli ascoltatori. Si rivelò non solo un mezzo di informazione, ma anche una voce di coesione nei tempi economicamente incerti degli anni ’30 e della Seconda Guerra Mondiale. L’Associazione Svizzera della Pubblicità giocò un ruolo importante nella creazione di un quadro etico per questa nuova forma di comunicazione. La responsabilità di una trasmissione morale e onesta dei contenuti fu vista come un’opportunità per promuovere valori positivi. Tuttavia, la vera pubblicità per le radio private fu permessa solo nel 1983, mentre la SRG, fino a oggi, può trasmettere solo sponsorizzazioni.

Responsabilità sociale, autoregolamentazione e standard di qualità

La crisi economica mondiale degli anni ’30 ebbe anche profondi effetti sul mercato del lavoro e sulla struttura sociale. Si sviluppò la consapevolezza che anche le aziende e gli inserzionisti avevano una responsabilità sociale. La pubblicità non doveva solo incentivare i consumi, ma basarsi sulla verità e contribuire alla coesione sociale. L’ASP promosse la “verità nella pubblicità”, che non fu, in alcun modo, una reazione alla pressione statale. Piuttosto, l’industria cercava di migliorare l’immagine professionale. Era fondamentale sottolineare la crescente professionalità dell’industria, distanziandosi dagli inizi della pubblicità, un tempo di successo ma ormai considerati discutibili. Gli operatori vedevano questo cambiamento come un progresso necessario, parallelo agli sviluppi nelle discipline scientifiche e che segnava l’inizio dell’autoregolamentazione.

Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale cambiò anche il clima politico, sociale ed economico. Durante l’economia di guerra, i beni di prima necessità come cibo, scarpe, vestiti e combustibili erano razionati. Il governo svizzero iniziò a intervenire maggiormente nell’industria pubblicitaria. Nel 1943 fu approvata una legge che vietava la pubblicità ingannevole. L’Associazione Svizzera della Pubblicità giocò un ruolo centrale come mediatore e custode di questi principi e stabilì standard per la trasparenza e la corretta rappresentazione dei prodotti pubblicizzati.

Allora come oggi

L’attenzione originale sulla “verità nella pubblicità” è oggi ancora attuale! Il ruolo di KS/CS si è evoluto nel corso dei decenni, ma i valori fondamentali sono rimasti: integrità, responsabilità e autenticità. In un mondo sempre più digitale, con concorrenza globale e voci forti sulla regolamentazione dei contenuti pubblicitari e dei canali pubblicitari, l’industria affronta nuove sfide. Le questioni relative alla sostenibilità, alla concorrenza sleale, alla privacy e alla protezione dei dati personali e agli effetti della pubblicità sulla società sono oggi ancora più rilevanti. KS/CS si impegna da un lato per una pubblicità leale, dall’altro insiste sul principio che la libertà economica debba essere preservata e che i beni di consumo legalmente disponibili possano essere pubblicizzati.